Il mio mondo low-carb mediterraneo Riflessioni sulle mie scelte alimentari Da sei anni seguo un’alimentazione che si potrebbe definire low-carb mediterranea. La tabella che propongo qui sotto mette a confronto questo approccio con la dieta mediterranea classica così come viene spesso presentata nei modelli ufficiali. È un confronto che non ha intenti prescrittivi, ma che mi aiuta a raccontare, in modo chiaro, il contesto in cui mi muovo ogni giorno. Non seguo regole rigide né schemi fissi: col tempo, questo modo di mangiare è diventato familiare. Non lo vivo come una rinuncia, ma come qualcosa che mi corrisponde. La fame si regola da sola, senza sforzi particolari. È un equilibrio che si è costruito negli anni, giorno dopo giorno. CONFRONTO TRA DIETA MEDITERRANEA CLASSICA E LOW-CARB MEDITERRANEA Categoria Mediterranea classica Low-carb mediterranea naturale Principi guida Varietà, moderazione, convivialità Nutrizione naturale, sazietà, controllo glicemico Cereali Quotidiani: p...
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Visualizzazione dei post da giugno, 2025
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Dalla calma nasce il fare Riflessioni estive su ritmi, significato e adattamento Alla base di tutto c’è una domanda che negli anni è diventata sempre più chiara: chi voglio essere? Voglio essere una persona felice. Una felicità che non è euforia né ottimismo di facciata, ma stabilità profonda, senso del tempo, pienezza nel fare le cose che ritengo significative. Voglio essere una persona che conosce il territorio in cui vive, soprattutto da un punto di vista storico-artistico; che si orienta con lucidità nel tempo in cui vive; che si nutre del proprio lavoro e, con esso, nutre i propri studenti; che dialoga con sé stessa grazie all’arte, alla letteratura, al cinema, alla musica; che vive in un ambiente d’amore. È da questa visione che nasce, ogni giorno, la mia ricerca. L’estate, per me, è da sempre un laboratorio. Un tempo più morbido, meno incalzato dagli impegni scolastici, in cui posso sperimentare nuovi schemi e osservare con più attenzione i miei ritmi. Negli ultimi tempi ho c...
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🎧 Ascolti della settimana 22–28 giugno 2025 Una raccolta di suoni per cercare ritmo, atmosfera e un po’ di silenzio interiore Non sono bravo a scrivere di musica, lo dico spesso. Ma mi piace ascoltare, e soprattutto condividere quello che mi colpisce. I miei gusti sembrano spaziare tra generi lontani—lo-fi inglese, ambient folk, shoegaze, noise pop, bossa nova, hip-hop emotivo—ma in fondo cerco sempre le stesse cose: un ritmo che accompagni, un’atmosfera che avvolga, una musica che lasci spazio anche al silenzio. Quasi tutti questi dischi sono usciti da pochissimo , in genere tra maggio e giugno 2025. Fanno eccezione solo le scoperte della domenica , in cui mi concedo un tuffo nel passato. Ecco i sette album di questa settimana (con l’aiuto di ChatGPT per metterli in fila e trovare due parole giuste per ciascuno): 📅 Domenica 22 giugno 2025 🎧 And Don’t the Kids Just Love It – Television Personalities (1981) 🏷️ Lo-fi / Art pop / Indie psych / DIY Un disco che sembra una sc...
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Vivere tra i gradi del mondo Sottotitolo: riflessioni estive D’estate faccio cose molto diverse… ma non solo rispetto al resto dell’anno. Faccio cose diverse rispetto agli altri . Mentre molti cercano riparo nell’aria condizionata già a 25 gradi, io fino a 30 – e a volte anche oltre – non sento nemmeno il bisogno di accendere un ventilatore. Così come d’inverno, sotto i 16 gradi, accendo i termosifoni, ma senza strafare. Non lo vivo come un sacrificio: mi adatto alla temperatura esterna, e il mio corpo si regola da sé. Sto bene, e soprattutto evito sbalzi che trovo innaturali. Credo, forse ingenuamente, che se l’uomo ha superato la sfida dell’evoluzione, allora può vivere tra 16 e 30 gradi, non solo in quella fascia artificiale tra i 19 e i 23. Non posso provarlo, ma penso che anche il sistema immunitario si rafforzi così, senza continue compensazioni meccaniche. In questo equilibrio rientra anche il mio modo di mangiare. Non seguo una dieta in senso stretto: ho semplicemente...
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Il mio stile alimentare non è un’assenza Riflessioni sul modo in cui mangio oggi Al paese, ormai, sono “quello che non mangia pasta, pane, dolci”. È un’etichetta che mi porto dietro da anni. Nei primi tempi, in effetti, ero io stesso a definirmi così. Mi sembrava il modo più immediato per spiegare cosa fosse cambiato nella mia alimentazione. Ma dopo sei anni, questa etichetta mi va stretta. Perché non descrive più il mio stile alimentare. Non dice chi sono oggi . Col tempo, infatti, il mio sguardo si è spostato. Non penso più a quello che ho escluso. Non faccio la lista delle cose che “non posso mangiare”. Il mio cervello non si accende più su quello che manca, ma su ciò che c’è: sulle scelte che faccio ogni giorno con naturalezza e piacere. Penso alle verdure che ho in frigo. Ai diversi tipi di pesce che ho mangiato in settimana – mi chiedo se ho assunto abbastanza omega 3 con alici, sgombro, sardine. Penso ai semi, alle mandorle, ai crauti, alle uova, al kefir, all’avocado....
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Le cose che mi fanno stare bene Riflessioni sullo stile di vita Gran parte dei miei pensieri orbitano attorno alla scuola. Non solo perché è il mio lavoro, ma perché è un luogo che sento di abitare. Preparare lezioni, pensare a come spiegare un concetto difficile, creare materiali chiari e funzionali: tutto questo non mi pesa, anzi, mi rasserena. Studiare matematica mi fa bene. Mi organizza il pensiero, mi calma, mi appassiona. È come se, nel gesto del preparare, trovassi una forma di cura. Sto bene anche quando parlo di ciò che mi interessa davvero: lo stile di vita, la geopolitica, l’arte, la scuola. Sono i miei centri di gravità, quelli attorno a cui i miei pensieri si organizzano e acquistano peso. Quando riesco a condividere queste riflessioni — magari in una conversazione al bar, magari in un post o in un articolo — sento che quello che vivo ha un senso più largo, che tocca anche gli altri. Scrivere sui social e sul blog mi aiuta a fare ordine. A fermare un pensiero, a ...
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Viaggiare o abitare? Sulle esperienze e sullo stile di vita contemporaneo Mi interrogo spesso sul motivo per cui viaggiare sembri essere diventato una forma di status symbol. È un’esperienza che molti desiderano raccontare, mostrare, condividere. Eppure, non riesco a non notare quanto oggi il viaggio sia spesso vissuto in modalità “mordi e fuggi”: si visitano città, musei, monumenti con la fretta di chi deve spuntare una voce da una lista. Ma cosa rimane davvero di queste esperienze? Non è solo una questione di turismo. Questo atteggiamento mi pare estendersi a molti aspetti della vita quotidiana. Io stesso ascolto tantissima musica, anche con attenzione, anche con piacere — ma il più delle volte passo subito ad altro, anche quando qualcosa mi colpisce. È come se il vero motore non fosse l’interesse, ma il bisogno di esplorare, di non restare indietro, di continuare a registrare esperienze nuove. Allora forse il problema non è tanto la velocità o la superficialità, quanto l’i...
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N o n tutte le abitudini si somigliano Riflessioni sullo stile di vita In questi ultimi anni ho imparato e sto imparando a guardare le abitudini con più attenzione. Non tutte si somigliano. Alcune sono alleate silenziose, altre piccole dipendenze travestite da routine. A volte ci convinciamo che certe azioni ci appartengano, ma in realtà sono automatismi, modi educati di non stare fermi, di non stare dentro il tempo. Ho iniziato a distinguere: cosa è davvero significativo e cosa invece è solo un’esigenza di fare, di muoversi, di tappare un vuoto. Mi sorprendo spesso a muovere le gambe senza motivo, come se anche il corpo cercasse un pretesto per non restare. Così sto imparando persino a tenere ferme le gambe. A stare. A non fare. A non cercare un altrove dentro lo scorrere dei minuti. Questo sguardo nuovo ha cambiato molte cose. Ho trasformato la mia alimentazione, la scansione dei pasti, ho abbandonato l’idea dell’aperitivo come rito sociale obbligato. Ho ripensato il mio modo di l...
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Diario dalla scuola Compiti senza voce In questi giorni ho collaborato alla correzione dei compiti di italiano per la maturità. E come ogni anno, mi avvicino a quei testi con la speranza non solo di conoscere un po’ di più i ragazzi, ma anche di capire qualcosa in più del mondo, attraverso i loro occhi. Vorrei che quei fogli raccontassero il presente, le sue inquietudini, le sue attese, magari in modo confuso, ma vero. E invece resto con un senso di rammarico. I compiti sembrano sempre più trattenuti, come se i ragazzi non pensassero nemmeno di poter dire qualcosa di proprio. Non che manchino le idee ma è come se nessuno avesse detto loro che lì dentro possono (anzi devono) esprimersi liberamente. Credo che anche la struttura delle tracce, divise per punti, contribuisca a questa rigidità. Si pensa di aiutare fornendo indicazioni, ma a me pare che si insegni soltanto a riempire il foglio. E poi ci sono le griglie di valutazione, con i loro indicatori: strumenti pensati per garantire og...
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Pretendere di essere felici Post del mercoledì – Stile di vita Leopardi ci ha lasciato pagine indimenticabili sulla felicità: la descrive come attesa, come illusione, come desiderio che vive prima o dopo l’evento, mai dentro il presente. Nel Sabato del villaggio è la vigilia il momento felice, non la festa. Nella Quiete dopo la tempesta , la felicità è semplicemente il sollievo, la pausa dal dolore. Ma io oggi sento il bisogno di andare oltre questa visione. Non voglio vivere aspettando il fine settimana, le ferie, la serata libera, l’aperitivo post-lavorativo. Voglio essere felice ora. In ogni momento della giornata. Non è un’illusione né un’ingenuità. È una scelta radicale, e richiede un lavoro quotidiano. Si tratta di imparare a riconoscere, istante per istante, cosa dà significato al tempo che sto vivendo. Di non accontentarsi, di non sopravvivere tra un momento “libero” e l’altro, ma di pretendere che ogni pezzo di giornata sia pieno, denso, vivo. Per me, la felicità è...
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🏞️ Sabato. Conoscere il territorio Cagli nel Quattrocento: razionalità urbana e fortificazioni militari Cagli, incastonata tra le pendici del Catria e le vie che portano a Urbino e a Fano, fu nel Quattrocento parte integrante dello Stato della Chiesa. Ma ciò che colpisce ancora oggi del suo impianto urbano e architettonico è il segno lasciato dalla cultura militare e umanistica della corte dei Montefeltro . Il torrione che domina una parte della città è opera di Francesco di Giorgio Martini , ingegnere e architetto al servizio di Federico da Montefeltro . A lui si deve un sistema difensivo che prevedeva anche un camminamento sotterraneo – il cosiddetto “soccorso coverto” – che collegava il torrione alla rocca cittadina , di cui oggi restano visibili i ruderi sulla collina sovrastante. Questo progetto non solo rafforzava la città contro le nuove minacce dell’artiglieria, ma esprimeva una visione moderna, ordinata e funzionale del potere. L’intervento si colloca in un momento in cui ...
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Venerdì – Diario dalla scuola Tempi di scrutini, tempi di domande È tempo di scrutini, di discorsi di fine anno, e con loro tornano puntuali certi rituali: si commentano i risultati, si tirano le somme, si lanciano giudizi generazionali. Si dice che “questi ragazzi” non abbiano più voglia di fare niente, che siano incollati ai cellulari, che non abbiano interessi, che non leggano, che non sappiano stare al mondo. E poi si passa ad attaccare la scuola: troppo permissiva, troppo adattiva, troppo indulgente, incapace di imporre regole e valori. Confesso che questi discorsi mi mettono sempre un certo disagio. Non perché abbia una lettura alternativa chiara e solida da opporre, ma perché sento che qualcosa non torna. Sento che le etichette si sprecano e i dubbi si spostano sempre un po’ più in là, come se non ci riguardassero. Io, più che vedere una generazione senza volontà, vedo una generazione demotivata. Ragazzi che non riescono a intravedere nelle cose che studiano un senso, ...
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🟪 Ascolti della settimana Post del giovedì – Musica Non sono così bravo a scrivere di musica, però ci sto provando. Mi piace condividere gli ascolti che mi colpiscono, anche solo per fissare le sensazioni. Il giovedì provo a raccontare i dischi che ho ascoltato durante la settimana — in genere si tratta di uscite del 2025, ma non è una regola rigida. Model/Actriz – Pirouette Genere : Noise rock / Art punk / Dance-punk Un disco travolgente, fisico, quasi sensuale. La voce urla e sussurra, i ritmi sono ossessivi, sembra di essere in una danza che mescola desiderio e caos. Mi ha ricordato certe atmosfere dei Suicide, ma più coreografate. Da ascoltare con tutto il corpo, non solo con le orecchie. 🔗 Ascolta su Spotify Mamalarky – Hex Key Genere : Indie rock / Noise-pop / Art-rock / Alternative R&B Un disco molto denso. A volte dolce, a volte nervoso, cambia sempre direzione. C’è dentro un po’ di tutto: riff grunge, synth strani, groove. Riesce a mescolare leggerezza e co...
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🟦 Allenare la mente alla felicità Post del mercoledì – Stile di vita Molti pensano che essere felici significhi non avere problemi, non avere impegni, avere tanto tempo libero, viaggiare spesso, possedere tutto ciò che si desidera. E in fondo è comprensibile: quando si è soffocati da un lavoro che pesa, da una vita piena di obblighi, da pensieri che assillano, il desiderio di felicità si costruisce per contrasto . È la quiete dopo la tempesta , o il sabato del villaggio di Leopardi: un sogno di libertà, leggerezza, evasione. Ma io credo che quella sia una visione parziale della felicità, o almeno instabile. La felicità quotidiana – quella vera, costruttiva, allenabile – nasce da una capacità diversa: insegnare al proprio cervello a riconoscere ciò che è significativo dentro la propria giornata , e imparare a desiderarlo . È qui che entra in gioco il concetto di routine: non come gabbia, ma come traccia, come richiamo positivo. Una routine ben costruita allena il cervello ad abit...
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🟫 Domenica – Le parole della domenica mattina 🟨 Routine su misura, non abitudini a caso Vivere senza conoscere a fondo il proprio ciclo ormonale ed emotivo quotidiano significa, spesso, vivere a caso. Si crede di essere liberi, di seguire l’istinto, ma in realtà si subisce semplicemente l’onda emotiva del momento. È una libertà solo apparente. Negli ultimi anni ho imparato a leggere dentro di me, a riconoscere i momenti della giornata in cui sono più carico, più creativo, più sereno, o al contrario più vulnerabile o svogliato. Ho così costruito una routine che non nasce dal dovere, ma dal desiderio: l’ho progettata su misura affinché si incastri con il mio ciclo ormonale e mi permetta di abitare il tempo in modo appagante. Perché per me è importante avere una routine? Perché il cervello può imparare a desiderare certe attività, se queste vengono vissute con piacere e costanza. Se so che alle 17 stare al fiume con un libro e un po’ di musica mi fa bene, è normale che a volte la p...
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🟫 Venerdì – Diario dalla scuola 🎬 Girl di Lukas Dhont Ieri, con i ragazzi di prima, abbiamo visto Girl di Lukas Dhont. Una scelta non semplice, perché il film include scene che normalmente si evitano in ambito scolastico. Ma sentivamo che valesse la pena affrontare questa sfida. Personalmente non l’avevo ancora visto: è un film intenso, più incisivo – direi – anche del successivo Close . Ne abbiamo parlato alla fine con il collega di lettere. Ci interrogavamo su un paradosso interessante: alcuni studenti potrebbero definirlo “brutto” o addirittura “non un film”. Eppure, proprio quegli stessi ragazzi sembravano aver recepito con precisione le emozioni, le tensioni e le problematiche che il regista voleva evocare. Forse il punto è che spesso, quando i ragazzi dicono che un film è “bello”, si riferiscono a elementi ben riconoscibili: una trama coinvolgente, personaggi empatici, ritmo narrativo, dialoghi incisivi. Girl invece procede in tutt’altra direzione. Il suo impatto non nas...
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🟦 Contro la check list dell’esistenza Viviamo in una società che ci spinge a fare esperienze sempre nuove: viaggiare in tanti posti, assaggiare cucine diverse, provare attività insolite. L’esplorazione viene celebrata come un valore assoluto, un dovere quasi. Ma se davvero l’esplorazione è un valore, perché esistono esperienze che vengono invece scoraggiate o persino condannate? Per esempio: perché si considera giusto e desiderabile viaggiare in tanti luoghi, ma sbagliato desiderare relazioni fisiche con corpi diversi, forme diverse, sensualità diverse? Perché la fedeltà è un valore, mentre la varietà è vista come un tradimento? Non sto dicendo che io abbia questo desiderio. Ma è una domanda che serve a smascherare l’incoerenza del racconto sociale: non esploriamo ciò che ci appaga davvero, esploriamo ciò che ci viene detto essere appagante. Io oggi sento il bisogno opposto: non moltiplicare le esperienze, ma approfondire quelle che ho. Studio meglio la storia e l’arte del mio te...
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📗 mercoledì – stile di vita Allontanarsi per ritrovarsi Ci sono modi di vivere che un tempo sentivo miei, ma che oggi ho lasciato andare. Le sbronze leggere , l’euforia degli aperitivi , il rumore delle cene affollate … erano forse tentativi di rilassarsi, di staccare, di sentirsi parte di qualcosa. Ora li percepisco come forme sfuocate, stanche, non più in sintonia con il mio modo di essere. Non cerco più la leggerezza nel vino, né il piacere nella sera. Oggi preferisco il giorno , con la sua luce chiara, e una sobrietà piena , non vuota. Mi riconosco nei caffè del mattino, non negli spritz del tardo pomeriggio. E se un tempo rincorrevo il fine settimana per respirare, ora cerco di respirare ogni giorno , a modo mio. La mia giornata inizia alle cinque del mattino , quando il mondo ancora dorme e io posso abitare un tempo silenzioso, che non mi rincorre. Si conclude attorno alle nove di sera , con la stessa naturalezza con cui si chiude un libro letto con calma. Vivo in ant...
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📌 lunedì – itinerari di gite scolastiche Geometria e illusione a Castel del Monte Avevo già scritto di Castel del Monte , ma ogni nuovo sguardo svela qualcosa che prima restava in ombra. Perché Castel del Monte, più che un semplice edificio, è un enigma in pietra: un luogo che sembra costruito attorno a un'idea astratta di perfezione , per poi contraddirla a ogni passo. La sua celebre pianta a doppio ottagono , con otto torri ottagonali ai vertici , restituisce l'impressione di una costruzione fondata su una rigorosa armonia geometrica . La disposizione interna crea ambienti che si alternano in modo matematicamente studiato: otto sale trapezoidali al piano terra e otto sale di forma simile al piano superiore , disposte attorno a un cortile centrale anch’esso ottagonale . Alcune stanze si possono descrivere come composte da un quadrato affiancato da due triangoli rettangoli , anche se non in modo perfettamente regolare. Ma questo rigore è più illusorio che reale . A uno sg...
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📌 domenica – le parole della domenica mattina Credere in Dio non è una questione religiosa, ma filosofica. Essere cattolici non significa semplicemente credere in Dio. Significa credere in quel Dio : il Dio trinitario, incarnato, morto e risorto. Significa aderire a un racconto, a un immaginario collettivo, a un tessuto di riti, messe, processioni, dogmi, simboli. Il cattolicesimo è una religione perché costruisce una forma sociale in cui immergersi. Non si riduce alla fede astratta, ma è un modo di vivere nel mondo e di raccontarsi il mondo. Credere in una qualche entità superiore, attribuirle tratti e caratteristiche, è invece un problema filosofico. È un interrogativo sulla natura dell’essere, sulla casualità o necessità del nostro esistere. E per me questo interrogativo, oggi, semplicemente non esiste. Non mi definisco né ateo né agnostico: sono un materialista epicureo. Per me la vita non ha senso. Potevamo esserci o non esserci, e non sarebbe cambiato nulla. Ma proprio per ...