🟫 Venerdì – Diario dalla scuola
🎬 Girl di Lukas Dhont
Ieri, con i ragazzi di prima, abbiamo visto Girl di Lukas Dhont. Una scelta non semplice, perché il film include scene che normalmente si evitano in ambito scolastico. Ma sentivamo che valesse la pena affrontare questa sfida. Personalmente non l’avevo ancora visto: è un film intenso, più incisivo – direi – anche del successivo Close.
Ne abbiamo parlato alla fine con il collega di lettere. Ci interrogavamo su un paradosso interessante: alcuni studenti potrebbero definirlo “brutto” o addirittura “non un film”. Eppure, proprio quegli stessi ragazzi sembravano aver recepito con precisione le emozioni, le tensioni e le problematiche che il regista voleva evocare.
Forse il punto è che spesso, quando i ragazzi dicono che un film è “bello”, si riferiscono a elementi ben riconoscibili: una trama coinvolgente, personaggi empatici, ritmo narrativo, dialoghi incisivi. Girl invece procede in tutt’altra direzione. Il suo impatto non nasce dalla struttura narrativa o da colpi di scena, ma dalla costruzione formale attentissima, quasi da cinema dei Dardenne: la macchina da presa segue Lara da vicino, ne esplora il corpo, ne abita i silenzi e i movimenti. È un linguaggio fatto di prossimità e pudore, che non cerca l’effetto, ma scava lentamente, fino a lasciare lo spettatore nudo, senza appigli.
È un film che non consola, non si chiude, non offre risposte. E forse è proprio questo che, senza saperlo, i ragazzi hanno percepito: quel senso di sospensione, di fragilità, di urgenza emotiva. Hanno ricevuto qualcosa che non sapevano di voler ricevere.
Ed è bello che, ogni tanto, la scuola sia anche questo: un luogo dove guardare insieme qualcosa che non si lascia facilmente addomesticare. E poi parlarne. Non per dare un significato definitivo, ma per stare un po’ dentro la domanda.
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