Il magone della domenica e la pesantezza del lunedì: come li ho sciolti

Il magone della domenica pomeriggio e la pesantezza del lunedì mattina, per anni abitanti silenziosi del mio calendario emotivo, oggi non esistono più. All’inizio ho provato con la persuasione: spiegare al cervello che la domenica poteva somigliare al sabato, che il lunedì era un giorno qualunque. Tentativi debolmente efficaci. Poi ho provato con l’accettazione: riconoscere quegli stati e lasciarli passare. Nemmeno questo ha funzionato davvero. La svolta è arrivata altrove: nel lavoro profondo sul mio modo di stare a scuola.

Da mesi la mia mente riconosce il tempo scolastico come pieno e significativo. Preparare lezioni che sento “vive”, coinvolgere i ragazzi in giochi di logica e matematica, curare la qualità dell’ora: tutto questo ha trasformato la scuola in uno spazio di pienezza. La stanchezza c’è—mi alzo ogni giorno alle 5 e prima di andare a scuola, lavoro, passo in palestra—ma è una stanchezza buona, fisiologica, che non spaventa: è il segno di un’energia ben spesa.

Conta anche il rito del mattino: alle 5 e mezza, il bar silenzioso, la cuffia, il caffè, il tempo per preparare materiale diattico, scrivere e mettere a fuoco la giornata. È un inizio che la mia mente riconosce come bello e desiderabile. Così, al risveglio, penso con piacere al bar, alla breve palestra, alla colazione ricca e poi alla scuola “abitata” con intenzione positiva. In questo assetto ho smesso di dividere i giorni in lavorativi e liberi: i “giorni liberi” non sono licenze di fuga, sono semplicemente tempo di riposo. Mi sento libero sempre. Anche per questo non amo avere il sabato come giorno libero: due giorni consecutivi diventano una mini-vacanza, mentre a me serve un solo giorno per rigenerarmi.

Il vero banco di prova, oggi, è un altro: quando non ho scuola, dopo la solita routine mattutina, faccio più fatica a dare densità di senso alle ore successive. Le mie passioni extra-scolastiche non sempre si impongono con la stessa forza del lavoro in classe. È il cantiere aperto su cui sto lavorando: imparare a coltivare anche nel tempo “libero” quella stessa qualità di presenza che ho imparato a portare a scuola. Non più contro la domenica o il lunedì, ma a favore di una continuità interiore che tenga insieme lavoro, riposo e libertà.


Figure - Odilon Redon


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