Due passi, un bar e una libreria

D’estate mi accorgo ancora di più della differenza tra la mia vita e quella di chi trascorre le giornate tra eventi, serate e impegni familiari. La mia dimensione è molto più essenziale: poche relazioni sociali, per lo più le chiacchiere del mattino al bar, e una vita familiare semplice. Un tempo anch’io vivevo immerso in rapporti più estesi: a volte piacevoli, altre volte vincolanti. Oggi mi capita di pensare di essere fortunato a non avere obblighi, libero da costrizioni che non sento mie; altre volte, però, penso che potrei ancora godermi certe situazioni. Ma le cose cambiano, e in questa fase della vita sento soprattutto il bisogno di esperienze autentiche e personali.

Forse è per questo che trovo pienezza in poche cose semplici. Le mie ore migliori sono quelle del mattino presto: il bar quasi vuoto, il caffè, il computer, la musica nelle cuffie e la piazza davanti che lentamente prende forma e colore. In quei momenti capisco che la mia felicità sta nell’essenzialità.

E lo stesso vale ovunque mi trovi: mi bastano tre elementi per sentirmi bene. Un bar dove fermarmi a prendere un caffè, una libreria in cui sfogliare libri che mi interessano, e magari un museo, una chiesa o un monumento che ho studiato e che mi piace rivedere dal vivo. Non serve altro, anche una sola di queste cose è sufficiente. Due passi, un bar e una libreria: tutto il resto è un di più.

Donna con velo - Odilon Redon


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